Malati di vampirismo, serial killer vampiri, gente che vive come Dracula. Vampiri italiani. E vampiri rimessi in libertà. Tutto vero, tutto autentico: cominciate a tremare...
IL BEVITORE DI SANGUE
TURCO- Lo studio scientifico fu pubblicato qualche anno fa su Psychoterapy
and Psycosomatics. Autore: Vedat Sar, medico del Dipartimento di Psichiatria
dell’Università di Istanbul. Tema: un ragazzo vampiro. Certo, sia chiaro, non
un tizio che si trasforma in pipistrello o che è condannato alla “non morte”
eterna. Ma si tratta comunque di un ragazzo di 23 anni costretto ad andare in
clinica per la “dipendenza” da sangue umano, che beveva ormai da due anni. Una
storia che inquieta non poco, se si pensa che il giovane aveva iniziato col
proprio, raccolto in un bicchiere dopo essersi tagliato braccia e torace. Ma
presto era passato al sangue altrui, finendo incriminato più volte per aver
morso o ferito a coltellate diverse persone. Attaccando anche i parenti e
costringendo il padre a procurargli liquidi alla banca del sangue. Il dottor
Sar, nell’analizzare il caso, lo ha definito un caso di “disturbo
post-traumatico da stress” dovuto ad un passato difficile, fatto di lavori
saltuari, povertà, un’espulsione dall’esercito per comportamenti poco ortodossi
e dai flashback continui della morte della figlia di quattro mesi, dello zio
che gli avevano ucciso e spirato tra le sue braccia, e di un delitto commesso
da un amico, cui aveva assistito. Era nato così il “piacere” per il sangue, e
dall’idea di vedere spesso un immaginario bambino di sei anni che lo incitava
alla violenza. Un ricovero non è bastato, ne sono serviti due per altrettanti
di cure, almeno per disintossicarlo dalla “sete di sangue”. Nello studio il
medico riferisce che casi analoghi sono noti in psichiatria fin dagli anni ’60,
anche se spesso si tratta di soggetti schizofrenici. Casi di cui si sa poco,
anche se talvolta, affiorano dalla cronaca.
VAMPIRI MODERNI - L’ultima
volta che se n’era parlato in Italia eravamo infatti appena a novembre 2012. E
il Gris, il gruppo di ricerca sulle sette, aveva rammentato la vicenda di
quattro ragazzi trevigiani tra i 17 e i 18 anni, tutti partecipanti ad un rito
di vampirismo in un locale notturno del veneziano, poi chiuso. Sarebbe insomma
una tetra moda che rischierebbe di degenerare in altro. Come le sette
demoniache.
ASSASSINA E
LICANTROPA- Ma a volte va peggio. In Florida, settembre 2011, ad
esempio, Stephanie Pistley, 18 anni, aveva partecipato al delitto di un amico
di due anni più giovane, Jacob Hendershot, pestato a morte e sepolto nel
cemento. Interrogata, non si è scomposta: «Sono metà vampiro e metà lupo mannaro. Lo so
con assoluta certezza con ogni fibra del mio corpo, con ogni cellula del mio
organismo. Da quando avevo 12 anni ho capito di essere vampiro». E così, in una
corsa al delirio, aveva raccontato di come bevesse regolarmente il sangue del
proprio fidanzato, William Chase, accusato con lei dell’omicidio.
ADOLESCENTI VAMPIRI- Di
più, un sondaggio svolto tra i teenager americani, forse troppo cinedipendenti
dalle tante saghe dedicate ai discendenti di Dracula, rivelò come un
adolescente su cinque si ritenesse un vampiro. Follie americane? Mica tanto.
Soltanto due mesi prima a diverse migliaia di chilometri di distanza, nello
Stato del Madhya Pradesh, India, una donna si presentava alla polizia per
denunciare il marito contadino che le beveva ogni giorno il sangue, ritenendo
così di diventare più forte e virile. «Dopo aver prelevato con una siringa il
sangue dal mio braccio, lo versava in un bicchiere e lo beveva» dichiarò Deepa
Ahirwar, 22 anni, del villaggio di Shikarpura. E se lei si rifiutava, erano
botte.
DELITTO DA VAMPIRISMO- E
non c’è bisogno di andare lontano per trovare episodi simili. Il 14 marzo 2011,
a Ravenna Nataliya Shynyan, badante ucraina, fu trovata dai vigili del fuoco in
piena notte a cavalcioni sulla donna che doveva accudire, Elsa Morigi, 88 anni,
mentre rideva istericamente dopo averla uccisa a coltellate. Disse che a
ordinarle il delitto era stato un demone-vampiro. Considerata incapace di
intendere e di volere, dopo un anno e mezzo all’Opg di Castiglione delle
Stiviere, è tornata in Ucraina.
CACCIA AL VAMPIRO- Una
vera e propria caccia al vampiro fu organizzata in Svezia nel 2003, quando fu
trovata una testa mozzata in un canale e di un piede umano nella lavanderia di
un ospedale. La testa apparteneva al ventiduenne Marcus Noren, scomparso dopo
aver partecipato ad un particolare “gioco di ruolo” sui vampiri, vestito da
Dracula. Alla fine i poliziotti arrestarono un uomo e un ragazzo, che in
casa avevano altri pezzi della vittima.
L’ULTIMO VAMPIRO- Un
anno più tardi toccò alla Serbia, villaggio di Lopusnik, dove fu raccolta una petizione
popolare per riesumare un cadavere che davvero credevano essere un vampiro.
Anzi, una vampira, che, dopo il proprio funerale, testimoniarono marito e
figlio, aveva chiamato a casa per dirle di andarla a prendere. «Due anni
fa- dichiarò una vicina – anche il nonno di lei era stato sepolto ed è stato
visto girare nel Cimitero». Furono chiamate le streghe locali per
allontanare il vampiro, vicende che rievocano le ossessioni del Medioevo.
VAMPIRO DA FILM - Una
cosa pericolosa, l’ossessione. Allan Menzies, ad esempio, ventiduenne
tossicodipendente scozzese, era ossessionato dal film “La regina dei dannati”,
tratto dal romanzo sui vampiri di Anne Rice. Lo vide 100 volte in un mese. Poi
uccise l’amico Thomas McKendrick convinto di diventare immortale se ne avesse
bevuto il sangue. Era il 2002. Morì suicida nel carcere di Shotts il 15
novembre 2004.
SERIAL KILLER
VAMPIRI- Altri uomini “vampiro” sono entrati invece nella storia del
crimine. Come l’inglese John Haigh, inizi del secolo scorso. Dopo un incidente
stradale, avendo sentito il sapore del sangue, la sua vita cambiò. Lui, che
rifiutava lavori pesanti per non sporcarsi le mani, divenne vampiro, nel senso
che beveva il sangue delle vittime che uccideva. E che eliminava poi nell’acido
muriatico. Prima di essere impiccato nella prigione di Wandsworth, in
Inghilterra, si dichiarò un incompreso come Gesù, Confucio e Hitler.
VAMPIRO DI DUSSELDORF
- Più noto come “Il Vampiro di Düsseldorf”, prendendo il nome dalla
città in cui colpì, fu invece Peter Kurten, che seminò il terrore uccidendo
almeno nove volte e tentando di farlo altre sette, tra il 13 febbraio 1913 e il
7 novembre 1929. Nessun altro ammazzerà così tanto nel giro di così poco tempo
e in una sola città. Caratteristica dei delitti il sangue, che beveva ad ogni
occasione. Ammazza indifferentemente uomini, donne, bambini, animali. Quando
capisce di avere il fiato sul collo della polizia, confessa alla moglie di
essere il Vampiro che tutti cercano e a denunciarlo per farle incassare la
ricompensa prevista, cosa che effettivamente accadrà. Finisce ghigliottinato
dopo aver ucciso 36 volte.
IL VAMPIRO ITALIANO- In
Italia il “vampiro” più noto fu invece Vincenzo Verzeni, noto come “il vampiro
della bergamasca”. Il caso risale all’ ‘800 e fu studiato da Cesare Lombroso
come primo serial killer ufficiale italiano. Tra il 1867 e il 1872 aggredì
otto donne uccidendone due: e dopo averle addentate al collo ne bevve il sangue
e ne mangiò i resti.
IL VAMPIRO TORNATO
LIBERO- Il vampirismo non è però prerogativa solo dei serial killer.
L’esempio più lampante è il necrofago Nicolas Claux, che dopo essersi cibato a
lungo del sangue e dei muscoli dei cadaveri di cimiteri in cui era entrato e
dell’ospedale in cui lavorava, passò al delitto ammazzando un uomo che aveva
conosciuto come appassionato di sadomaso in una sorta di Videotel, antesignano
di internet, nel 1994. Nel 2002 è stato rilasciato. Oggi dipinge, fa tatuaggi e
lo si trova su internet. Anche i vampiri, alla fine, hanno accettato la
globalizzazione.
L’enigmista
Nessun commento:
Posta un commento